Questi primi 25 chilometri sono stati percorsi senza nessuna difficoltà. Tutti i sentieri sono larghi, ben visibili e segnalati, privi di pericoli o passaggi difficoltosi. Una bella passeggiata, per capirci. Il paesaggio è quello caratteristico del territorio lodigiano e cremasco. Si respira il profumo della campagna, immersi nei suoi bei colori e nella sua calma antica.
L'unica cosa che ci ricorda quanta strada abbiamo percorso è .... la fame !!! La vista del ponte di Rivolta d'Adda non segna così solo un altro check da spuntare sulla tabella di marcia, ma anche il bisogno di trovare un "masso" dove sedersi e mangiare.
Foto 20 |
Foto 21 |
Dopo la sosta si riprende in direzione di Cassano d’Adda.
Siamo sempre sulla sponda destra del fiume. Passiamo sotto il ponte vecchio,
costruito nel 1867 e di cui oggi rimangono solo poche vestigia.
Il sentiero riprende facile e ben
percorribile. Nel primo tratto si passa da un’ampia strada sterrata
che collega la cava (prestare molta attenzione al traffico veicolare), poi si
passa al sentiero ciclabile che ci porterà fino a circa due chilometri da
Cassano d’Adda. La ciminiera della centrale elettrica fa da guida, come un faro.
Foto 22 |
A circa due chilometri dal ponte di Cassano d’Adda
il sentiero svolta improvvisamente a destra, senza alcuna segnalazione. Lo
seguiamo e purtroppo ci troviamo alla stanga di delimitazione con la strada
provinciale 140. Non trovando altra alternativa, decidiamo di percorre questo
breve tratto di statale, tenendoci sull’erba a ridosso dell’asfalto (lato
sinistro della strada). Qui la statale non è fornita di alcuna fascia di
rispetto per cicli o pedoni. Le macchine ti sfrecciano accanto. Molto pericoloso.
Per fortuna in meno di un chilometro, superata la rotonda, incomincia sul lato
destro la pista ciclabile che
ci conduce fino all’attraversamento pedonale: qui passiamo sulla parte sinistra
della statale e siamo sul passaggio pedonale del ponte di Cassano d'Adda.
Foto 23 |
Foto 24 |
Dal ponte ammiriamo
l’antico castello sotto il quale nasce il canale Muzza (foto 23 e 24), un canale antico e
importante, esempio di quelle opere secolari di ingegneria idraulica che hanno
dato inizio alle grandi irrigazioni nelle pianure del Nord Italia. L'origine
della Muzza non è conosciuta con precisione, ma il suo stesso nome, storicamente
documentato da una lapide che si trova nel Museo Civico di Lodi, deriva dalla
famiglia romana Mutia, che scavò un canale estraendo l'acqua.
Continua .....
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