... " finchè ho capito che lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni " - Paulo Coelho (da: il Cammino di Santiago).

venerdì 29 aprile 2016

2^ tappa : Vaprio d'Adda - Brivio (parte terza)




Dall'invaso della centrale elettrica Taccani di Trezzo d'Adda riprende il nostro viaggio verso Brivio. Il fiume ritorna alle sue normali dimensioni e noi continuiamo a seguirlo lungo la sua sponda sinistra. Un bel sentiero, ci permette di camminare agili nonostante gli zaini (oggi le spalle si fanno sentire !!!).



Non potete immaginare la sorpresa di scoprire quante opere idrauliche si trovano lungo l'Adda. E' una cosa incredibile. Con gli occhi e la mente di oggi, così abituati alla tecnologia, si stenta a conprendere quanto fosse importante l'Adda nella vita econimica, culturale e sociale della Lombardia fino a cento anni fa

A Porto d’Adda troviamo la centrale elettrica Esterle del 1914. Un colpo d'occhio incredibile tra i rami degli alberi




Appena superata la centrale il sentiero tende a sinistra, allontanandosi un po’ dal fiume. E' tutto ben indicato quindi non ci sono problemi a mantenere l'itinerario programmato.


Siamo all’altezza della confluenza del naviglio di Paderno che termina la sua corsa di poco meno di tre chilometri in Adda (foto 27). 

 
Foto 26
Dopo la centrale Bertini (foto 26), del 1898, il cammino prosegue lungo questo antico naviglio del quale vogliamo raccontarvi brevemente la storia, perché è anche la storia di questo tratto di strada (e di fiume) che andiamo a percorrere oggi.


Foto 27
Leonardo giunse a Milano nel 1482 e si propose a Lodovico il Moro come ingegnere militare e non come artista. Durante il periodo milanese, Leonardo iniziò a studiare i moti delle acque e i dispositivi idraulici come le porte a battenti (foto 28) delle “conche” (foto 29), che permettono di controllare il livello dell’acqua consentendo alle imbarcazioni di superare i dislivelli presenti soprattutto nella zona tra Paderno e Cornate dove l’Adda scorre in una profonda forra (foto da 30 a 34).



In alcuni disegni rintracciabili nel Codice Atlantico, Leonardo ipotizzò un grande sbarramento sul fiume Adda in località Tre Corni, dove una grande diga sarebbe servita per alimentare un canale parallelo al fiume che avrebbe consentito la navigazione. Era l’idea del naviglio di Paderno. Il progetto fu realizzato solo nel 1777, ma gli studi di Leonardo costituirono la traccia per gli ingegneri incaricati di rendere navigabile l’Adda.



Foto 28
Foto 29
Foto 30
Foto 31
Foto 32
Foto 34

E' semplicemente meraviglioso camminare tenendo al fianco l'antico naviglio leonardesco. La natura e la tranquillità sono incredibili ... e siamo a poco più di 50 chilometri da Milano !!!! 

Qualche curva, e come per incanto ci troviamo alla base della collinetta che ospita sulla vetta il Santuario della Madonna della Rocchetta (1386). Un Santuario in posizione alta, strategica, da cui si gode una vista spettacolare della forra e dell'Adda che vi scorre.





All'interno del Santuario, mi ha colpito la presenza di oggetti di lavoro della filatura. Come "voti" lasciati da coloro che hanno sudato una vita sui telai dei tanti cotonifici e canapifici che abbiamo passato e visto nel nostro cammino. 

Ma ora si deve riprendere il Viaggio. Continuiamo a seguire il naviglio, curva dopo curva, fino alla vista del maestoso ponte San Michele di Paderno.





Arriviamo alla chiusa di Paderno d'Adda. Qui ha origine l'omonimo naviglio. Il panorama è sempre più sorprendente. Il ponte di San Michele, in ferro, è una vera e propria opera d'arte. Costruito nel 1888, è alto ben 266 metri e presenta due livelli, il superiore stradale e l'inferiore ferroviario.





Superato il ponte, passo dopo passo, seguendo incessantemente la riva sinistra del fiume, ci approssimiamo a Robbiate. Qui troviamo ancora una centrale elettrica, la diga e il canale Edison.







Non vi diamo particolari indicazioni sull'itinerario. Non si può assolutamente sbagliare. Sempre dritti. Sempre sulla riva sinistra. Tutto è ben indicato, anche con cartelli turistici nei punti di maggior interesse. Il sentiero è molto bello e perfettamente percorribile a piedi e in bicicletta.

Poco più di due chilometri e siamo a Imbersago. Ricordatevi che da Vaprio fino a Brivio i centri abitati sono in alto, non visibili dal sentiero, che percorre il fiume e i navigli più in basso, in una valle. Se percorrete questo tratto in estate ricordatevi di portare acqua quanto necessaria alle vostre abitudini (considerate distanza e tempo di percorrenza). 

Ad Imbersago incontriamo il meraviglioso traghetto di Leonardo ... non ci sono parole ... bisogna vederlo. ma soprattutto bisogna vedere come attraversa il fiume, da una sponda all'altra, con la sola forza delle braccia umane che vincono la corrente grazie alle idee del grande genio toscano.



Mancano quattro chilometri a Brivio. Si fa sentire un pò la stanchezza. Ma è soprattutto quella dei tanti chilometri del giorno prima. Continuamo il cammino, la natura muta ancora paesaggio, a tratti sempra quasi palustre. Moltissimi uccelli che vivono sull'acqua ... bellissimo. Qui sembra che tutti rispettino il fiume. Come se fosse portatore di vita. Le sue rive sono vive; gente che cammina, corre, porta i figli a passeggiare, passa in bicicletta, fotografa.




Attraversiamo una lingua di terra tra le acque, come un ponte, costeggiato di alberi. Ora manca veramente poco ... poche curve e vediamo il ponte di Brivio. La strada per oggi è finità.



A Brivio ci aspetta un bellissimo B&B, il Ninaò, in via Ignazio Cantù 2. Un posto accogliente, molto bello, arredato alla moda shabby chic. Con una padrona di casa simpatica e ospitale. Abbiamo dormito splendidamente, ma ancora di più, abbiamo gustato una colazione spettacolare preparata dalla proprietaria; con fette di torte caserecce, marmellate, yogurt, caffè latte, dolcetti ...

Per cena nessun problema. Abbiamo trovato in paese una buona pizzeria e abbiamo chiusa serata con un bicchiere di Cardinal Mendoza e Lagavulin. Meritato. Ore 22.00 a nanna. Sfiniti.

Continua con la terza ed ultima tappa.....

mercoledì 27 aprile 2016

2^ tappa : Vaprio d'Adda - Brivio (parte seconda)


Al terzo chilometro da Vaprio, incominciamo ad intravedere tra gli alberi, dalla parte opposta del fiume, la bella torre merlata del villaggio di Crespi d'Adda (foto 12)

Foto 12
Foto 13


Per accedere al villaggio Crespi dobbiamo raggiungere l'abitato di Concesa (foto 13 e 14). Qui è stato realizzato uno stretto ponte pedonabile per poter attraversare l'Adda e portarsi sulla riva opposta (foto 15).
Foto 14
Foto 15

Crespi è il nome della famiglia di industriali del cotone che a fine Ottocento realizzò questo esempio di company town. 

Il Villaggio Crespi d'Adda è una vera e propria cittadina costruita dal datore di lavoro per i suoi dipendenti. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari.

Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nella fabbrica, e la vita di tutti "ruotava attorno alla fabbrica stessa". L'Unesco ha elevato Crespi d'Adda Patrimonio Mondiale Protetto in quanto "Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa".
Citazione corta, presa senza scopo di lucro da:
http://www.villaggiocrespi.it











E' ora di tornare sulla strada “maestra”. Lasciamo il villaggio di Crespi e, passando ancora sullo stretto ponte, godiamo il panorama di ben tre corsi d'acqua: l'Adda (foto 16), il naviglio Martesana (foto 17) e il canale Crespi (foto 18 e 19). 

Foto 16

Foto 17
Gli ultimi due nascono proprio lì. Il naviglio Martesana, dall'incile di Concesa (foto 20), proseguirà fino a Milano, mentre il canale Crespi rientrerà, poco dopo aver alimentato il villaggio, nelle acque dell'Adda. Sullo sfondo, ormai prossimo, il ponte di Trezzo d’Adda (foto 21).

Foto 18
Foto 19
Foto 20
Foto 21

Il cammino quindi riprende sulla sponda sinistra dell'Adda. Passiamo sotto il ponte di Trezzo e proseguiamo il sentiero ben segnalato fino alle rovine del castello di Trezzo e ciò che resta dell'antico ponte ormai scomparso (foto 22 e 23).  

Foto 22
Foto 23


Ora siamo a Trezzo, anche se dal basso del fiume il paese non è visibile. Il fiume è di un azzurro e di un verde incredibili. Bellissimo. 





Una svolta a sinistra e, dopo le incredibili casette di qui, quo e qua (foto 24), che precedono la diga di contenimento (foto 25), ci appare il grande invaso che alimenta la centrale elettrica Taccani di Trezzo d'Adda, bellissima opera Liberty progettata da Moretti nel 1906. Un'opera industriale che si armonizza perfettamente nell'ambiente, nella natura, nel fiume. In alto, i ruderi del castello Visconteo dominano l'invaso.

foto 24
Foto 25
 
 


Continua .......